Avremo bisogno di un avvocato anche per scrivere lavori scientifici?
Pongo alla vostra attenzione non uno studio ma un articolo dell’ultimo numero di RAPM che invita ad una riflessione.
In un clima di medicina difensiva, di conteziosi medico-legali, di pubblicità che invita pazienti a rivolgersi ad avvocati se dubitano di poter essere vittime di errore medico….scoprire che negli USA una casa farmaceutica ha denunciato per diffamazione la American Society of Anesthesiologists e gli autori di diversi articoli mi sembra l’ulteriore spostamento dell’asticella dell’eccesso!
Il tema è l’efficacia, o meglio, la pari efficacia della bupivacaina liposomiale versus quella semplice come dichiarato da alcune pubblicazioni e review.
Volete sapere come è andata a finire dopo tre gradi di giudizio?
https://rapm.bmj.com/content/48/10/526 – gratuito per gli iscritti ESRA.
Elettrostimolatore come Robin
Se su Pubmed cerchiamo “Peripheral Nerve Stimulation AND Regional Anesthesia” vengono fuori 2.113 risultati. Solo per fare un confronto esclusivamente numerico, la ricerca “Ultrasound AND Regional Anesthesia” arriva a 10.723. Se andiamo poi a limitare la ricerca agli ultimi 5 anni troveremo solo 154 citazioni per l’ENS…
Il calo di interesse scientifico significa anche calo di interesse clinico?
Il suo ruolo si è modificato nel tempo da unico localizzatore di nervi a quello di aiutante dell’ecografo. Appunto come Batman (ultrasuoni…non a caso) e Robin. I film più recenti ormai sono soprattutto su Batman, però quando c’è Robin, la sua parte la fa e risolve anche alcune situazioni in cui Batman è in difficoltà.
Vi lascio alla lettura di questo articolo di Anaesthesia in cui si discute proprio del rapporto ENS/US, gratuito per tutti: https://associationofanaesthetists-publications.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/anae.15257)
La pressione di monitorare la pressione
“Una persona intelligente risolve i problemi, la persona saggia li evita” frase attribuita a Einstein. Vediamone una applicazione nel nostro ambito.
L’uso dell’ecografia ha risolto il problema delle iniezioni intraneurali? No.
Come possiamo evitare allora questo problema?
Purtroppo, il semplice monitoraggio della pressione di iniezione potrebbe non essere sufficiente. Nell’ultima uscita di RAPM, uno studio su un modello suino utilizzando una sonda di 40 Mhz per visualizzare la punta dell’ago e misurando la pressione di iniezione ha mostrato di non riuscire ad identificare la posizione intraneurale della punta con certezza.
https://rapm.bmj.com/content/48/10/501 – gratuito per gli iscritti ESRA.
Allora per aumentare le possibilità di evitare questa complicanza non ci resta che mettere in campo tutte le armi a disposizione: visualizzazione ecografica, elettrostimolazione e pressione di iniezione.
Per approfondire l’applicazione di questa difesa multimodale verso una complicanza multifattoriale vi rimando a questo articolo estivo di Cureus, open access per tutti:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10423097/pdf/cureus-0015-00000041847.pdf